Se hai tra i 18 e i 29 anni, ti informiamo che da oggi puoi presentare la domanda d’iscrizione al Servizio Civile Nazionale, per il progetto:
“CASA CHE ACCOGLIE, TI SENTI IN FAMIGLIA”
Con questa proposta progettuale si intende rispondere, ai disagi di un gruppo di minori, precisamente quelli accolti nelle Comunità per minori della:
CAMPANIA
– Caserta, Comunità “Casa Pinardi”:
– Napoli, Comunità “Il Sogno”;
– Torre Annunziata, Comunità “Mamma Matilde”;
PUGLIA
– Bari, Comunità “16 Agosto”
– Corigliano d’Otranto (LE), Comunità “Domenico Savio”.
Clicca qui per scaricare e consultare la scheda sintetica del progetto “Casa che accoglie, ti senti in famiglia”
La domanda per partecipare ai progetti di Servizio Civile Nazionale potrà essere presentata entro il 26 giugno 2017 alle ore 14.00 (non fa fede il timbro postale).
E’ possibile presentare la domanda:
– a mano preferibilmente dalla persona interessata presso l’indirizzo della sede scelta;
– via raccomandata (A/R) all’indirizzo “Ufficio Servizio Civile Via Don Bosco, 8 – 80141 Napoli”
I documenti necessari da consegnare alla presentazione della domanda sono:
• Domanda di ammissione – Allegato 2 (clicca sul testo per scaricare il file)
• Dichiarazione dei titoli – Allegato 3 (clicca sul testo per scaricare il file)
• Documento di identità valido, codice fiscale e Curriculum Vitae
Puoi consultare qui i nostri Criteri di Selezione
LE SELEZIONI si svolgeranno nelle seguenti date, orari e luoghi. La non presentazione equivale all’esclusione.
Per i progetti della Campania :
19 luglio, ore 10.00, presso l’ISPETTORIA SALESIANA MERIDIONALE, Via Don Bosco 8 – Napoli
Per i progetti della Puglia:
18 luglio, ore 11.00, presso l’ISTITUTO SALESIANO SS. REDENTORE. Via Martiri D’Otranto 65 – Bari
Per informazioni:
A.p.s. “Piccoli Passi Grandi Sogni Onlus”
Gianmarco tel: 081.8624138 – Email: piccolipassigrandisogni@gmail.com
dal Lunedì al Sabato ore 9.30-13.00
Ispettoria Salesiana Meridionale
Via Don Bosco, 8 – 80141 Napoli –
Tel: 081.7809271-3898366926 Email: serviziocivile@donboscoalsud.it


Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
