
L’aula magna del Liceo “de Chirico” diretto da Felicio Izzo ha ospitato la Giornata in Memoria di Rosa Visone, Costantino Laudicino, Luigi D’Alessio e di tutte le altre vittime innocenti torresi di camorra. Un evento che ha sancito un’ulteriore risposta alle attività criminali promosse dalla camorra sul territorio oplontino. L’incontro è stato organizzato dal Comune di Torre Annunziata, dall’associazione Libera, dall’Osservatorio per la Legalità, nonché dall’istituto scolastico che ha ospitato l’iniziativa. Principali destinatari della giornata, i ragazzi delle scuole del territorio. All’evento era presente Ernesto Aghina, presidente del Tribunale di Torre Annunziata, che fin dalle prime parole del suo intervento, ha sottolineato l’importanza della presenza dei giovani all’iniziativa, ai quali indirizza il messaggio di legalità perchè “Parlarne non è mai abbastanza”. In occasione della giornata della Memoria delle vittime innocenti torresi di camorra, è avvenuta la firma dell’Atto Costitutivo dell’associazone “OplontiAntiRacketAntiUsura”, mezzo grazie al quale, è auspicabile un diretto intervento per contrastare le piaghe del pizzo e delle estorsioni, soprattutto ai danni dei commercianti. Il documento infatti, ha avuto come sottoscrittori i rappresentanti delle associazioni di categoria: Giacomo Borriello per la Confesercenti, Angelo Casillo per la Confcommercio e Vincenzo Termolino per l’Asso Commercianti. Ha firmato inoltre Carmela Sermino, presidentessa dell’Osservatorio comunale per la Legalità, Giuseppe Auricchio, responsabile Anticamorra del Comune oplontino, il presidente di Libera Peppe Franzese, il suo referente locale Michele Del Gaudio, Beatrice Federico e Angela Villani, vedove rispettivamente degli imprenditori Raffaele Pastore e Luigi Staiano. Ben presto si aggregheranno altri attori istituzionali, come la Presidenza del Consiglio comunale (Antonio Gagliardi) ed il Comando di Polizia Municipale.
Tra i firmatari figura anche don Antonio Carbone, salesiano quotidianamente impegnato nel sociale, con i minori a rischio e presidente dell’associazione di promozione sociale
“Piccoli Passi Grandi Sogni Onlus” . Don Antonio, durante il suo intervento, ha raccontato lo “sfogo” di Francesco, un giovane del territorio che voleva realizzare il suo sogno: mettersi in proprio ed aprire un’attività nel settore dell’informatica. Sogno che però è subito svanito alla prima richiesta di pizzo avanzata della camorra. Difatti, subito dopo le minacce, Francesco ha lasciato tutto ed è tornato a svolgere il suo lavoro presso un negozio, perchè non voleva piegarsi alle richieste della malavita per poi lasciare in eredità al proprio figlio, nato da pochi mesi, una tangente da pagare a vita.
Don Antonio, ha invitato i giovani presenti a dire a i propri genitori: “Denunciate!, perchè non vogliamo un futuro di schiavi della camorra, ma di uomini liberi in una città libera”.
Un’iniziativa importantissima, e davvero significativa è stata anche la presenza degli ospiti della comunità per minori “Mamma Matilde” di Torre Annunziata.


Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
