Il 19 ottobre 2015 l’Ispettoria meridionale ha chiuso ufficialmente il Bicentenario della nascita di Don Bosco. Due sono stai i momenti salienti di questa intensa giornata: l’inaugurazione della Comunita’ educativa “16 Agosto” all’istituto Redentore di Bari (gestita dalla Piccoli Passi Grandi Sogni) e lo spettacolo “ E’ ora di oratorio. Come voleva Don Bosco” messo in scena dai ragazzi del movimento giovanile salesiano al Tetro Petruzzelli. Tutto è stato reso ancor più suggestivo dalla presenza del X successore di Don Bosco Don Angel Fernandez Artime. Al grande evento presente la Piccoli Passi Grandi Sogni con i suoi operatori e alcuni dei ragazzi accolti nelle nostre comunità, per far conoscere e vivere insieme con fraternità il carisma di Don Bosco. Una giornata importante durante la quale abbiamo voluto omaggiare il nome di Don Bosco, rinnovare la nostra fede e la nostra passione educativa. Proprio perchè in quest’anno del bicentenario i Salesiani si son chiesti “cosa farebbe Don Bosco oggi”, la Piccoli Passi Grandi Sogni ha voluto rispondere concretamente, con una casa che accoglierà immigrati minorenni, rimanendo così fedele a Don Bosco, al suo sogno di essere al fianco degli ultimi e al suo pensiero che per ogni ragazzo ogni aiuto sarebbe stato inutile se non gli si poteva offrire una casa. E la 16 Agosto è il simbolo di quella casa che accoglie di cui lui parlava e che darà una possibilità di rinascita ai minori migranti che approderanno nei porti baresi e non. E infatti, tre anni fa proprio sulle spiagge di Bari arrivava un ragazzo dal Bangladesh, accolto ,poi, in una delle nostre comunità per minori, che diventato maggiorenne presterà servizio come operatore nella nuova casa per migranti minori. Emozionante il suo racconto durante l’inaugurazione, storia che ha colpito tutti i presenti, tanto che il rettor maggiore questa mattina nell’augurare il buongiorno sulla sua pagina Facebook lo ha ricordato come uno dei momenti più belli della giornata del 19 ottobre, dedicando un suo pensiero sulla Comunità 16 agosto e cosa essa simboleggia: ”È stato proprio così. Semplice…È stata una risposta concreta a questa situazione di emergenza tanto drammatica. E una cosa bella di ieri è stata che uno dei giovani che sarà educatore dei minori che abbiamo già è un giovane del Bangladesh che abbiamo accolto tre anni fa quando ancora era minorenne. È arrivato da noi dopo aver girovagato per mesi, continuando a studiare allo stesso tempo. Ieri, in questo momento della sera, durante la benedizioneinaugurazione della casa ho sentito realmente che si stava realizzando ciò che Don Bosco ha fatto insieme a Mamma Margherita accogliendo i primi ragazzi. Il nome della casa “16 agosto”…festa della nascita di Don Bosco e omaggio a lui in questo Bicentenario della sua nascita. Che Don Bosco continui a infondere in tutti noi membri della sua Famiglia Salesiana la capacità di stare a fianco di coloro che più hanno bisogno di noi. Con affetto. Ángel. R.M
Tutto questo è motivo di soddisfazione per l’associazione che con impegno e tanto lavoro cerca quotidianamente di essere fedele sempre al carisma salesiano di Don Bosco. Questo il nostro festeggiamento a conclusione del Bicentenario.
Alessandra Palomba
Ecco alcune delle foto dell’inaugurazione a Bari. Qui, invece, tutte le altre immagini, sempre a cura di Redentore Bari.
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Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
