GIORNATA MONDIALE DEL VOLONTARIATO-COMUNITA’ MAMMA MATILDE

Entusiasmo ed ansia per la nuova esperienza sono stati i sentimenti, che poco meno di un anno fa, mi hanno accompagnato nell’inizio della mia esperienza di volontariato. Avevo letto il bando, quindi un’idea di cosa si trattasse ero convinto di averla. Mi sbagliavo.Varcata la soglia della porta, capì che non era possibile ridurre ad un pezzo di carta, tutto quello che succede in una comunità di minori.Sentimenti, emozioni, sbalzi d’umore e sofferenze di questi ragazzi, che si andavano ad incrociare con il mio percorso di vita, nel quale non avevo mai avuto a che fare con una situazione simile. No, non era cosi semplice, non mi bastava aver letto qualche riga per essere pronto all’approccio con loro. I primi giorni trovai dei ragazzi ancora molto affezionati a chi c’era prima di me, quindi le cose si complicavano, capì di dover entrare in punta di piedi. Osservavo tutto e tutti, i comportamenti e le abitudini dei ragazzi, il comportamento degli operatori ed il modo in cui si relazionavano con i minori. Non nascondo che inizialmente i dubbi sull’essere all’altezza della situazione, erano costantemente insiti nella mia mente, ma compresi che come ogni cosa, questa richiedeva tempo ed esperienza sul campo. Ricordo ancora bene le parole che mi disse uno degli operatori della comunità: “non avere fretta di legare con i ragazzi, tutto verrà da se.” All’epoca mi sembrò una banalità, ma col tempo ho potuto rendermi conto di quanto è stato prezioso questo consiglio. Cosi col tempo ai dubbi e le insicurezze iniziali si sono sostituiti entusiasmo e grande voglia di stare con i ragazzi ed aiutarli nella quotidianità. Ovviamente ci sono stati momenti difficili, data anche la situazione che abbiamo attraversato in questo 2020, ma non cambierei di una virgola la mia esperienza, perchè i momenti difficili fanno parte del percorso ed è grazie a loro che impariamo a non dare tutto per scontato e ad apprezzare determinati momenti.

Oltre l’aver aiutato l’altro, che ovviamente arrichisce prima noi stessi e banalità via dicendo, voglio porre l’attenzione su altro che ha riguardato la mia esperienza. Stare a contatto con numerose realtà sociali differenti, che ragionano in modo differente, che hanno una visione del mondo differente, mi ha permesso di poter sviluppare una visione della realtà più ampia, ha fatto maturare ulteriormente il mio senso critico ed amplificato la mia empatia e comprensione dell’altro.

Inoltre, l’ambiente in cui mi sono trovato, e non parlo solo di casa famiglia ma di tutta quanta la struttura, mi ha piacevolmente sorpreso. Non ho trovato un gruppo di persone che lavorano insieme, ma una grande famiglia che si adopera per il bene dei ragazzi e del nostro territorio.

Andrea Belluomo, operatore volontario comunità alloggio “Mamma Matilde”