“Ero forestiero e mi avete accolto” – Comunità alloggio “Casa Pinardi”

Nazmul un giorno d’autunno del 2020 dopo un estenuante viaggio, attraversando la Libia e il Mediterraneo, approda in Sicilia e viene accolto nella comunità “Casa Pinardi” di Caserta. Con sé non ha nulla, solo una busta di plastica in cui c’è una maglietta consumata. Sta in silenzio e sorride, ma nei suoi occhi neri come la pece si legge la fatica di un’avventura intrapresa alla ricerca di un futuro migliore, lontano da violenza e povertà. Sì, perché il Bangladesh è un Paese in cui la miseria dilaga e le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno.

L’inizio non è facile, Nazmul non parla italiano e fa fatica ad interagire con gli altri ragazzi accolti da Casa Pinardi: resta in camera e si nasconde sotto le coperte, chiuso nel suo mondo fatto di ricordi e affetti ormai lontani. Non è abituato a mangiare i piatti italiani e guarda con sospetto tutto quello che gli viene offerto. 
Con il quotidiano impegno degli operatori e il supporto degli altri ragazzi accolti, pian piano Nazmul mette da parte la paura e la diffidenza che avevano contraddistinto il primo mese vissuto in comunità. Comincia la scuola di alfabetizzazione per imparare l’Italiano, partecipa ai tornei e alle altre attività organizzate dall’equipe, in Oratorio fa amicizia e pratica sport, le uscite serali diventano l’occasione per conoscere
gradualmente la città in cui vive adesso e inizia a familiarizzare con la nostra cucina.
Momento fondamentale di integrazione è la “Buonanotte salesiana”, durante la quale, guidati da don Michele, i ragazzi si confrontano su ciò che accade nel mondo e Nazmul partecipa attivamente. Altre due attività sono per lui molto importanti: la preparazione, ogni settimana, di un piatto della tradizione culinaria bengalese da gustare tutti insieme a cena e il corso per diventare pizzaiolo, durante il quale si rende conto di avere un talento da poter sfruttare. Il ragazzo, infatti, è molto bravo ad impastare e in cucina si sente a suo agio. Questo gli permette di trovare lavoro e dalle sue mani nascono cornetti, pizzette, panini napoletani e graffe.  Si sveglia ogni giorno alle 4:30, ma non si lamenta nonostante le poche ore di sonno e la fatica. Instaura un bel rapporto col suo datore di lavoro che lo prende a cuore e gli insegna i segreti del mestiere, fa amicizia con i colleghi e migliora il suo italiano.

Oggi Nazmul, diventato un ragazzo autonomo,  ci ha salutato con un pizzico di tristezza ma con un’altra luce in quegli occhi neri come la pece, frutto della consapevolezza di poter cominciare finalmente una nuova vita qui in Italia. Dal 1914 la Chiesa cattolica celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato per ricordare l’importanza dell’incontro tra culture diverse come fondamentale momento di crescita e arricchimento sociale e religioso. Riconoscendo il valore profondo dell’accoglienza, in particolare nei confronti di chi versa in condizioni di difficoltà e abbandono, abbiamo deciso di raccontare la storia di un giovane bengalese che ha condiviso il suo percorso di vita con gli educatori e i ragazzi di “Casa Pinardi” di Caserta .

«Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”»  (Papa Francesco)

Gianfrancesco Coppo, Educatore Comunità alloggio “Casa Pinardi”