“Ma tu stai lavorando?!” È questa la domanda che spesso mi viene posta – Comunità alloggio “Casa Pinardi”

“Ma tu stai lavorando?!” È questa la domanda che spesso mi viene posta in questo periodo.

Sì, sto lavorando, perché lavoro in una Comunità per minori a rischio e lavoro con e per la Persona.
Non si tratta di un compito semplice poiché ogni giorno mi misuro con le emozioni, con i sentimenti, con i vissuti e in questo momento non è affatto facile.
Impegna i ragazzi la mattina, il pomeriggio, la sera. Fai in modo che non percepiscano il peso di questa situazione e che riescano ad essere sereni, nonostante tutto.
Sii empatico, ma agisci sempre in virtù del loro bene. Spiegagli perché non devono uscire né vedere i propri familiari… Che poi lo capiscono, ma ci sono momenti in cui li vedi “sbottare”, li senti dire: “voglio andare a casa” o “voglio vedere mia mamma, mia sorella”. E tu sei lì, li ascolti, ma non puoi fare altro che questo, ascoltarli.
La tua mente e il tuo cuore lavorano per loro. Ma lavori anche con il tuo carattere, che viene messo a dura prova. La tua pazienza, però, non può crollare. Non puoi cedere, devi farlo per i tuoi ragazzi.
Metti da parte le preoccupazioni e cerchi di non far trasparire la tensione che stai provando in questo periodo tremendo. Lo fai affinché non ne risentano i loro umori perché ciò che davvero importa è che riescano ad addormentarsi la sera, pensando che domani sarà un altro giorno e che andrà tutto bene. Infondere speranza, esserci mediante ascolto e azione.

Stasera un ragazzo mi ha detto: “Guarda su WhatsApp cosa ti ho inviato, è una benedizione! Qui ci sta scritto: scegli tu chi vuoi benedire. Io l’ho mandata a chi voglio bene.”
Ho 25 anni ed un bagaglio esperienziale ancora tutto da riempire e mai abbastanza colmo, ma che sarà sempre prezioso, anche e soprattutto nei momenti come quello che stiamo vivendo.

#AndràTuttoBene

Carmela Piccirillo, Educatrice Comunità “Casa Pinardi”