Il Sogno – Emanuele, volontario del SCN, racconta la sua esperienza in comunità

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Sono Emanuele, uno studente come tanti e voglio raccontare  quello che ho vissuto e provato attraverso questa mia grande esperienza lavorativa e di vita…!!!Alla fine di questo percorso mi è stato chiesto un mio pensiero/ giudizio personale a riguardo; essendo io una persona istintiva e non riuscendo a esprimere le mie emozioni a comando non mi veniva naturale scrivere un mio pensiero su questa esperienza. Questo bisogno l’ ho avvertito la sera della festa organizzata  x salutare me , domenico , ciro  e sara…!!! Bhè li mi è venuto naturale prendere una penna ed un foglio e di buttare giù due  parole dettate dalle  mie emozioni, dalla mia “pancia” e dal mio cuore! Prima di tutto inizio con un giudizio su questa serata…durante i festeggiamenti e grazie alla presenza di tutti i componenti della casa famiglia tra operatori, familiari e ragazzi si avvertiva nell’ aria una sensazione di  serenità, coesione e di vera famiglia….al di la degli screzi che si possono creare in un contesto lavorativo o in una normale famiglia…!Veramente x me quella sera abbiamo centrato a pieno il significato vero di “famiglia”…!!! Adesso passiamo al nocciolo della questione…! L ‘ anno scorso di questi tempi si è presentata questa opportunità, una delle mie prime esperienze a livello lavorativo. Sinceramente non vedevo l’ ora di iniziare e di conoscere questi ragazzi tanto discriminati e visti con  occhi giudicanti dall’ esterno!!!Ho conosciuto ragazzini burberi ma allo stesso tempo  fragili e sensibili che a causa dei loro contesti familiari o psichici hanno commesso errori e hanno intrapreso la strada sbagliata. Ho assunto nei loro confronti un atteggiamento di scrutatore osservando ogni minimo atteggiamento , parola o espressione nell’ intento di conoscerli meglio e di poter essere d’ aiuto in qualsiasi momento. Ho imparato a leggere gli occhi delle persone e anche che nella vita certi incontri possono determinare in negativo o in positivo il tuo percorso di esistenza. Ho legato tanto con i ragazzi e per alcuni sono diventato un fratello “ maggiore”, un punto di riferimento in una vita, la loro piena di disordine e confusione. Mi dispiace veramente non esserci più quotidianamente con loro e di non porgergli la mia spalla in giornate più “ particolari”, ma allo stesso tempo accetto la fine di questa esperienza con serenità  perché la vita mi ha insegnato che le cose belle hanno fine e che una qualsiasi cosa per essere vissuta a pieno ed essere apprezzata non deve durare x sempre.! Questa esperienza è stata ricca, forte e formativa; mi sono messo alla prova migliorando i miei limiti e sono grato a questi ragazzi che forse x la maggior  parte delle persone possono essere  negativi ma x me sono stati un valore aggiunto sia per la mia vita ma soprattutto per  la mia persona…!!!Spero di aver centrato nel mio ruolo, di averli migliorati e di avergli fatto capire le cose importanti e giuste della vita…Con questo tipo di  percorso si cresce e sinceramente mi è servito ad apprezzare tutto  quello che ho : un dieci euro in tasca, un tetto sulla testa  o un piatto caldo  a tavola e ciò che hanno fatto e fanno tuttora i miei genitori x me , perché ho conosciuto persone che non possiedono davvero nulla!!! Sono fiero di aver lavorato in un contesto del genere e posso dire solo “GRAZIE”: ai miei colleghi e soprattutto ai ragazzi per tutto!!!E’ iniziato come un lavoro ma piano piano ci ho messo il cuore ed è diventato parte integrante di me stesso!!!Sono felice di aver regalato piccoli momenti di felicità a persone meno fortunate di me!!!Sono certo che non dimenticherò mai nessun membro della comunità ! Vi voglio tanto bene …

Emanuele

Ps: voglio lasciare ad ogni singolo ragazzo un augurio con le parole tratte da uno dei loro film preferiti: “che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle…”