I servizi educativi di don bosco verso i ragazzi più poveri – L’ oratorio

“Un gruppo di ragazzi divennero miei amici già nei primissimi giorni della mia entrata al Convitto. Me li trovavo intorno quando dovevo uscire lungo i viali e le piazze. Mi seguivano anche nella sacrestia della chiesa del Convitto. Non disponevo però di un locale per radunarli e per dare un minimo di stabilità al mio progetto di aiutarli. Fu uno strano incidente a provocare la realizzazione di quel progetto. Da quell’avvenimento derivò la mia azione a favore dei giovani che vagavano per le vie della città, e specialmente di quelli che uscivano dalle carceri. Nella festa dell’Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre 1841) …  A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. Durante quell’inverno radunai anche alcuni adulti che avevano bisogno di lezioni di catechismo adatte per loro. Pensai soprattutto a quelli che uscivano dal carcere. Toccai con mano che i giovani che riacquistano la libertà, se trovano un amico che si prenda cura di loro, sta loro accanto nei giorni festivi, trova per loro un lavoro presso un padrone onesto, li va a trovare qualche volta lungo la settimana, dimenticano il passato e cominciano a vivere bene. Diventano onesti cittadini- e buoni cristiani. “(MO db).

“Le prove delle scuole domenicali riuscivano vantaggiose a molti, ma non bastavano; perciocché non pochi perché di tardissimo ingegno, dimenticavano affatto quanto la domenica prima avevano imparato. Furono allora introdotte le scuole serali che cominciate al Rifugio si fecero con maggior regolarità in casa Moretta, e meglio ancora appena si poté avere abitazione stabile in Valdocco. Le scuole serali producevano due buoni effetti: animavano i giovanetti ad intervenire per istruirsi nella letteratura, di cui sentivano grave bisogno; nel tempo stesso davano grande opportunità per istruirli nella religione, che formava lo scopo delle nostre sollecitudini.” (MO d.b.)