La forza dell’educatore – Comunità alloggio “Il Sogno”

Qualche mese fa abbiamo avuto una notizia che ci ha distrutto il cuore: uno dei nostri ragazzi, che ha trascorso alcuni anni in comunità, ha avuto un brutto incidente perdendo la vita.
Chiesi così a tutti di scrivere un pensiero.
Tutti accettarono, ma nulla mi arrivó.
Quei pensieri vennero scritti e tenuti per sé. Tutti gettarono sulla carta quella rabbia che avevano dentro, ma nessuno ebbe il coraggio di inviarmi quello che avevano scritto. Forse lo ritennero inutile… Tutti ci sentimmo sconfitti e un pó responsabili di quanto accaduto.
Se solo avessimo potuto stare dietro di lui quella sera… su quel motorino per proteggerlo dalla corsa contro il vento, contro il tempo!
Ritenemmo inutile parlare dopo l’episodio, pensammo che quelle parole andassero spese a suo tempo, quando lui era sul divano della comunità e rideva con i suoi discorsi da furbetto. Pensava di poterti prendere in giro senza che tu te ne rendessi conto, ma con la sua testardaggine sapeva farsi voler bene. 
Infondo tutti sanno farsi amare: con le loro debolezze, le sofferenze e il loro bisogno di chiedere aiuto nei modi più bizzarri.

Quando uno dei ragazzi perde la vita… L’educatore muore dentro, sentendosi sconfitto. Ma da quella morte deve per forza rinascere. La missione si Don Bosco prevede anche questo: non mollare mai, perché i ragazzi hanno bisogno di noi.
L’educatore spesso viene accusato di parlare troppo, ma forse non è mai abbastanza.
Nessuno può sapere quanto la realtà crudele che li aspetta lì fuori, possa influenzare quelle anime sperdute, trascinandole con sé nella ricerca di una falsa felicità. 

C’è chi crede che i soldi facciano la felicità… ma la vita non ha un prezzo, nessuno potrà restituire un figlio, un fratello, un amico, un papà.

Anna Pasquariello, educatrice comunità alloggio “Il Sogno”