
Evento volto alla crescita sportiva ed educativa dei ragazzi delle case famiglia “Peppino Brancati” e “Mamma Matilde” di Torre Annunziata (Na) attraverso la conoscenza della storia del calcio e dei suoi protagonisti, simboli di valori come il coraggio, l’autostima, il rispetto, la generosità, la perseveranza, l’amicizia, l’amore, il sacrificio, che permettono ad ogni persona di essere uomo e cittadino migliore.
Tutto il percorso ruota su un obiettivo fondamentale: riconoscere i valori sani della vita attraverso lo sport per accrescere dentro di sé un GOAL,(tradotto dal inglese: obiettivo), in un futuro immediato, nel quotidiano, nelle piccole cose e nei singoli momenti che ogni giorno ci troviamo ad affrontare per tramutarsi in filosofia di vita, modus vivendi di ogni ragazzo.
Il programma
Teoria
Conoscenza delle vite di tanti atleti che hanno scritto la storia del calcio attraverso video proiettati e racconti scritti che saranno spunto di dialogo tra gli educatori e i ragazzi partecipanti, così da conoscere le parole chiave, i valori, i sentimenti che rendono viva la corsa verso un obiettivo.
Pratica
Gli allievi conosceranno in campo meglio il loro corpo, i loro limiti, provando ad affrontarli e superarli attraverso il gioco e il confronto. Sarà stabilito un legame tra la lezione in aula e quella in campo. Il valore simbolo della storia conosciuta si trasformerà in tema principale della seduta sportiva.
Incontri
I ragazzi di tutte le nostre case famiglia (Campania e Puglia) avranno la possibilità di conoscere, anche a distanza, personaggi di spicco del panorama sportivo, che saranno testimoni di esperienze sportive e di vita così da conoscere i valori e i sentimenti che li hanno spinti a intraprendere una strada verso un obiettivo.
Dove
Salesiani Torre Annunziata (Na) – Via Margherita di Savoia 22
Lo staff
Il tutto sarà guidato da istruttori sportivi specializzati nel settore:
Mister Luca De Martino – Coordinatore progetto e responsabile generale
Mister Fabrizio del Prato – Coordinatore progetto e responsabile generale
Mister Giuliano Grilli – Responsabile area motoria.
Mister Fabiano Di Scala – Responsabile area portieri.
Mister Gianluca del Prato – Istruttore calcio.




Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
