L’11 Aprile 2019 dalle 9.30 alle 13.30 presso l’istituto Salesiano di Cisternino (Br) avrà luogo la giornata di formazione : “Comunità per minori: progettazione e azione educativa”.
Il processo di crescita dei ragazzi è definito da tappe spazio-temporali che determinano l’acquisizione di identità più o meno strutturate attraverso l’influenza diretta delle strutture sociali in cui il minore è inserito e vive la sua quotidianità. I legami che si intrecciano con gli adulti di riferimento e i coetanei sono elementi significativi all’interno dello sviluppo affettivo, cognitivo e sociale.
“Pensare” la vita quotidiana dei ragazzi all’interno di una progettazione condivisa che guidi l’azione educativa permette di predisporre un ambiente relazionale che abbia una funzione non solo educativa ma anche riparativi dei danni subiti dai minori in esperienze precoci della loro vita.
Il programma della giornata è così suddiviso:
ore 09.30 accoglienza e registrazione partecipanti
ore 10.00 INIZIO LAVORI
INTRODUZIONI
Don Antonio Carbone – Assistente sociale, Presidente “APS Piccoli Passi Grandi Sogni – Onlus”
FORMATRICE
Prof.ssa Paola Bastianoni
Docente di Psicologia Clinica presso l’università degli studi di Ferrara, studiosa ed esperta dei processi educativi di comunità.
ore 13.30 – CONCLUSIONE LAVORI
E’ stato chiesto l’accreditamento dell’evento all’Ordine degli Assistenti sociali della Puglia.
Qui è possibile scaricare il programma digitale dell’evento.
DOWNLOAD PROGRAMMA
Per iscriversi, basta scaricare il modulo (clicca qui), compilare ed inviare all’indirizzo e-mail
piccolipassigrandisogni@gmail.com
Le iscrizioni devono pervenire entro il 30 Marzo 2019
MAX 30 ISCRITTI


Dalla festa di don Bosco, la Casa canonica è diventata casa di accoglienza per tre giovani migranti. Succede a Torre Annunziata e la canonica in questione è quella della parrocchia Santa Maria del Carmelo, affidata ai salesiani presenti nella città oplontina fin dal 1929 e divenuti, nel corso degli anni, un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Quest’idea è nata nel settembre 2015, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario ospiti una famiglia”. Da queste parole, abbiamo trovato l’ispirazione per il nostro progetto. Vogliamo rispondere concretamente all’appello del Papa, in continuità con quanto già cerchiamo di fare quotidianamente: accogliere gli ultimi, fare attenzione alla marginalità attraverso l’oratorio e la casa famiglia. Qui in parrocchia avevamo la casa canonica disabitata, e quindi abbiamo pensato di arredarla per aprirla a chi ha bisogno. Così l’abbiamo ribattezzata “Casa del Carmelo” ed é iniziata quest’avventura. Insieme alla comunità parrocchiale, abbiamo voluto rispondere fattivamente. Proprio la reazione dei parrocchiani ci ha un po’ stupito, non ci aspettavo tanta generosità. All’inizio eravamo un po’ scettici, ci sembrava un obiettivo troppo difficile da realizzare. Quando abbiamo deciso di usare la casa canonica per ospitare chi ha necessità, c’era l’urgenza di fare dei piccoli lavori nell’abitazione e arredare l’appartamento. Ora incredibilmente siamo in una situazione per la quale abbiamo più mobili dello stretto necessario, le persone hanno risposto con immenso altruismo. Siamo un territorio dotato di grande spirito di accoglienza. Ad oggi non sappiamo per quanto tempo si fermeranno i tre ragazzi. L’alloggio non è certamente pensato come una dimora fissa, ma come luogo per rispondere in modo immediato almeno ai bisogni primari o di chi è stato costretto a lasciare il proprio paese o magari a ragazzi a rischio, che divenuti maggiorenni, non possono più stare in Casa famiglia e non hanno ancora un posto dove andare. Siamo molto contenti di poter dire, che grazie al nostro aiuto, i tre ragazzi accolti, hanno già iniziato a lavorare presso alcuni ristoranti locali. Questo permette loro di cominciare a integrarsi nel nostro territorio. Una storia inizia con don Bosco e che continua .
